Nomadi Digitali

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In Italia il sogno dei nomadi digitali diventa realtà, ma non per tutti

L’Italia è finalmente entrata nel circuito dei Paesi che offrono un visto dedicato ai nomadi digitali, lanciato ufficialmente nell’aprile del 2024. Una prospettiva allettante per chi sogna di vivere e lavorare tra cappuccini, panorami mozzafiato e spritz al tramonto. Tuttavia, a sei mesi dal lancio, poche persone sono riuscite a ottenerlo, alimentando dubbi e frustrazione tra coloro che aspirano a trasferirsi nella penisola.

Il visto, destinato a chi lavora da remoto, era atteso dal 2022, e la sua introduzione ha acceso l’immaginazione di freelance e imprenditori sparsi in tutto il mondo. Ma mentre molti sognano di trasferirsi sotto il sole italiano, solo una piccola parte ha effettivamente superato il complicato iter burocratico. Tra i pochi fortunati c’è Chelsea Waite, una consulente PR californiana che è riuscita a realizzare il suo sogno trasferendosi a Milano.

Il percorso tortuoso verso il visto

Chelsea aveva già provato in passato a ottenere un visto per l’Italia, senza successo. La sua prima visita nel 2017 in Toscana l’aveva conquistata, ma le difficoltà di ottenere un permesso di soggiorno l’avevano dissuasa. “Sapevo quanto fosse difficile emigrare qui senza un’offerta di lavoro concreta o una sponsorizzazione,” spiega Chelsea.

La pandemia, però, ha cambiato le carte in tavola. Come molti altri professionisti, Chelsea ha iniziato a lavorare da remoto nel 2020, e nel 2022 ha fondato la sua agenzia di PR, con clienti soprattutto nel settore tech. Nel 2023, durante una visita a Milano, ha sentito che il suo sogno di vivere in Italia era ancora vivo. Ma ottenere un visto, soprattutto come lavoratrice autonoma, sembrava impossibile.

Poi, nell’aprile del 2024, l’annuncio tanto atteso: l’Italia stava finalmente lanciando il suo visto per nomadi digitali. Chelsea non ha perso tempo. “Ero entusiasta, ma trovare informazioni chiare su come ottenerlo è stato complicatissimo,” racconta. Determinata a non farsi scoraggiare, ha iniziato a raccogliere i documenti necessari e, dopo settimane di attesa, ha ottenuto un appuntamento al consolato italiano di San Francisco.

La svolta: una nuova vita a Milano

La procedura è stata tutt’altro che semplice. Chelsea ha dovuto presentare una mole di documenti: contratti con i clienti, dichiarazioni dei redditi, un contratto di affitto per un appartamento a Milano, un’assicurazione sanitaria e la certificazione del suo titolo di studio. “Non sapevo nemmeno se fosse sufficiente, ma volevo essere pronta a tutto,” spiega. Con una preparazione meticolosa e un po’ di fortuna, in soli 10 giorni ha ottenuto il visto.

A metà giugno, Chelsea ha fatto i bagagli e, in meno di due giorni, ha lasciato San Francisco per trasferirsi a Milano. “È stata una corsa contro il tempo,” ricorda, “ma ero determinata a cogliere questa opportunità.” Ora vive in un appartamento nel centro di Milano, lavora per la sua agenzia californiana da remoto e ha iniziato a esplorare l’Italia.

Un sogno per pochi?

Nonostante il suo successo, Chelsea è consapevole che la strada per ottenere il visto per nomadi digitali non è percorribile da tutti. “C’è pochissima informazione disponibile, ed è un processo lungo e costoso,” spiega. Tra le spese per certificazioni, affitto e burocrazia, Chelsea stima di aver speso tra i 5.000 e i 10.000 dollari per ottenere il visto.

Per chi sogna di seguire le sue orme, Chelsea offre qualche consiglio: assicurarsi un contratto di affitto a lungo termine prima di fare domanda, dimostrare un reddito ben superiore alla soglia minima richiesta e, soprattutto, prepararsi a una lunga attesa. “Non è un percorso semplice, ma se sei preparato e determinato, l’Italia può davvero offrirti una nuova vita.”Nel frattempo, Chelsea ha iniziato a costruire una nuova rete di contatti a Milano e si gode la sua nuova vita da nomade digitale. Tra weekend sul Lago di Como e gite in Toscana, non ha dubbi: “Ne è valsa la pena. L’Italia è tutto ciò che avevo immaginato, e molto di più.”

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